Disability Pride: l’orgoglio di Essere UMANI.

Rivoluzioniamo il pensiero con le nostre Voci iniziando a fare rumore.

Con questa esortazione, cerchiamo di portare in luce quel che è l’Orgoglio di Essere umani, liberando il corpo, che non è e non deve essere conforme a nessuna regola scritta o dettata, liberando la mente da pregiudizi legati all’orientamento sessuale, alle disabilità, lasciando andare etichette e preconcetti al fine di non emarginare nessun*.

Ecco perché, sulla scia di valori che dovrebbero e devono essere sempre celebrati, tingiamo di arcobaleno e colori sgargianti le nostre vite.
Per tale ragione, giugno e luglio si propongo di essere il principio di sensibilizzazione per tutto l’anno e quelli a venire, insegnandoci tra le piazze, le manifestazioni e tra le persone, ad accogliere, nel cuore e nell’Anima, visioni lontane dalle discriminazioni.
Colgo quindi l’occasione di condurvi nella mia visione e su ciò che per me è importante sottolineare: l’inclusione sociale, l’unione e la libertà di Espressione e di Essere sono valori che muovono i miei passi che, uniti ai vostri e quindi ad ALARE, ci conducono in una sinergia che è fondamentale per l’oggi e per il domani.
Ogni giorno infatti (ri)cerchiamo insieme visioni inclusive del mondo, plasmandole persino al fine di contrastare la distanza che vi esiste rivoluzionando i concetti per seminare una radura immensa nella quale è possibile respirare. 

Con i polmoni pronti ad accogliere ossigeno, inebriamoci della Libertà, (ri)valutando la possibilità di riappropriarci del nostro corpo, (ri)scoprendo con occhi gremiti della vera bellezza un’Anima che non sempre ascoltiamo e che, con il tempo, dimentichiamo persino. Quindi ritorniamo ad ascoltare, ad apprezzarci e ad assaporare una rinnovativa totalità in cui l’Amore per se stess* e l’altr* esiste.
Non è utopia ma (ri)conoscenza.
Riappropriazione e celebrazione del Sé.

Ecco perché vi chiedo di celebrarvi ogni giorno, lasciando che i mormorii che riguardano il corpo, i gusti, l’amore che accogliete e i commenti indesiderati e malevoli siano un monito per imparare da essi ciò che non volete essere perché vi fa comprendere qual è la strada da non percorrere, ricercandone una affine alla vostra essenza.
Questo è l’atto più grande che vi chiedo di accogliere.
E da Anima che dialoga ad altre Anime, abbiate il coraggio di cercarvi in un mondo in cui esiste l’inclusione e la valorizzazione sociale solo se ci si ama, si è unit* e si è VOCE.

Come afferma Paulo Coelho nel libro Il guerriero della Luce,

«Solo il coraggio nel cammino fa sì che il cammino si manifesti».

Ragion per cui, uniamoci contro le discriminazioni e porgiamo il nostro pensiero come un fiore.
E sulla scia continua dell’orgoglio d’appartenenza al mondo e dell’Orgoglio LGBTQUIA+, il Disability Pride Month sensibilizza sulla percezione che si ha nei confronti delle disabilità, divenendo un chiaro manifesto che si unisce e si incastra con la richiesta di riconoscere i diritti (umani) e di NON riconoscere le disabilità come un limite in cui vi convivono compassione e/o discriminazioni.

È bene quindi far dei piccoli passi indietro nel tempo e raccontarvi la storia del come e perché sia nato il Disability Pride:

negli anni ‘90 negli Stati Uniti George W. Bush firmò l’Americans with Disabilities Arts (ADA), istituendo una legge che si imponeva di combattere le discriminazioni ma soprattutto sensibilizzare sulla stessa visione, ricordando della strage in Giappone (precisamente a Sagamihara) dove in un centro di accoglienza delle persone con disabilità vennero ferite e uccise. Affermandosi quindi come rivoluzione di pensiero, iniziò e continua tutt’oggi a condurre la società ad accettare strumenti per rendere accessibili i luoghi di lavoro e gli spazi pubblici contrastando l’abilismo di un sistema oppressivo in cui vi esistono ancora discriminazioni che distanziano le persone sottolineando il concetto di “normalità”.

Ma cos’è realmente “normale”?
Una realtà nella quale esiste la finzione perché nella vita vera esistono corpi che dialogano in modo differente?

Ebbene, tutt* possiamo ritenerci divers* e unic* e nessun* merita di vivere in condizioni di svantaggio ma in questa realtà odierna, per quanto sia inaccettabile crederlo, esiste ancora ciò perché la visione della disabilità oscilla – purtroppo e ancora –tra l’eroicità e il pietismo.

C’è quindi la necessità di ritornare a un bisogno primordiale: l’Ascolto.
Ascoltare le persone e le loro storie ci permette di allontanare da noi comportamenti abilisti e discriminanti, al fine di fare nostra una visione e una comprensione del tutto differente, della vita e dell’esistenza.
Poniamo domande, cerchiamo di carpire con rispetto e sensibilità come avvicinarci al prossimo e non temiamo il passo verso la vita vera.

Ecco perché in questa occasione speciale, dove si parla di inclusione e valorizzazione dell’Essere e dell’Essenza, vorrei citare Benedetta de Luca, autrice del libro Una vita da Sirenetta, in cui da un viaggio in solitaria nelle profondità del mare decide di assaporare la vita al di fuori dell’oceano per ritrovarsi, amarsi ma soprattutto valorizzare quel che è l’unicità del suo corpo, lontano da costrutti e canoni imposti… Ma non solo. Lei racconta del suo viaggio attraverso i social e sensibilizza noi a percepire la disabilità con occhi diversi, denotando come è sempre possibile, con volontà e forza d’animo, a trasformarsi da Sirenetta a persona che può indossare anche le ali.
Guardate il suo ultimo video.

Ma non solo: Elena Travaini, un’Anima unica e formidabile che fin dalla nascita, affronta un raro tumore alla retina che le ha donato cicatrici gremite d’oro perché ha reso del bullismo e della vulnerabilità la sua forza ma anche il coraggio di cercare in lei la possibilità di una vita. Ideatrice e fondatrice dell’Associazione Blindly Dancing e di tante altre meravigliose realtà, tutte legate dalla necessità di narrare dell’importanza dell’uguaglianza e del rispetto. Infatti, possiamo ben considerare Elena come una formatrice dell’Anima poiché ci conduce nella sua visione, nella quale lo smarrimento e la solitudine sono stati plasmati dalla voglia di danzare. Insieme.

Elena Travaini | Mua: Silvia Gozzi | Ph: Beatrice Brambilla

Perseguendo obiettivi e la nostra tanto amata soaltà, è bene quindi parlare di un’Anima amica, unica, che ci ha rivoluzionato la vita: Andra Bianca. Presentandosi ad #AlareTalk con la sua storia di vita, ci ha condotto nelle sue gesta e nel suo percorso gremito di ostacoli e limiti da valicare, che l’hanno resa una Voce manifesto. Testimonial di RogaEnna, Bionic People e con onore immenso anche ANIMA DI ALARE, Andra è una fenice che rinasce dall’asfalto e da un cielo che l’ha protetta per donarla a me e a tutt* noi, insegnandomi e insegnandoci, ogni giorno, che è possibile tornare a vivere, mettersi in gioco, ma soprattutto che donarsi e donare ci gremisce di tesori indescrivibili. Ecco perché Lei sarà uno dei volti dei nostri abiti/messaggio.

Andra Bianca

 

Raccontiamo di Anime quindi, che, ascoltandole e vivendole mi permettono e ci permettono di comprendere che:

NON esiste alcun reale concetto di normalità ma solo e realmente lo STRAORDINARIO.
Uno straordinario che esiste e vive dentro ognun* di Noi.

Dobbiamo solo lasciar andare le etichette, i giudizi e le discriminazioni per narrare di una visione che formi lo spirito e lo induca ad accogliere quel che è la Vita Vera.

Che il Pride Month e il Disability Pride siano il principio di un nuovo oggi in cui l’Unione, l’Inclusione ma soprattutto la valorizzazione della Vita, dell’Essere Umano con i suoi diritti è una realtà dove la diversità è il valore da riconoscere come UNICITÀ.

Scritto da: Luanne Alare (Luana Cotena)  

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