Atleta.
Sportiva.
Campionessa.
Persona.
Anima.
Tante sono state le parole che in questi giorni hanno definito l’Essenza e l’Essere di Imane Khelif , la pugile algerina per cui la partecipazione alle Olimpiadi di Parigi 2024 ha significato subire dibattiti sul suo genere che si distanziano dall’umanità e dal rispetto.
Ecco perché io e noi oggi vogliamo parlare di Lei, augurandoci vivamente che gli episodi discriminatori che sono avvenuti e stanno avvenendo smettano di esistere e di ripetersi in qualsiasi ambito, ma ci tengo e ci teniamo profondamente a precisare che le nostre parole scritte non entreranno nei tecnicismi sportivi, né in quelli politici.
Perché?
Perché Imane è un’atleta intersex, una giovane donna che, tra sacrifici e vittorie, è riuscita a conquistare il mondo della boxe, ma c’è chi ha deciso di delimitare il suo corpo donandogli definizioni, impedimenti ed etichette al fine di alimentare le discriminazione per creare barriere insormontabili separando il riconoscimento di esistere e dell’unicità del genere umano dalla realtà.
Ma cosa significa Intersex?
Si tratta di Anime che possiedono per il loro involucro variazioni innate dalla nascita con uno o più caratteri sessuali che possono riguardare cromosomi e/o ormoni che non rientrano nelle tipiche nozioni di “maschio” o “femmina”.
A fatto di ciò, questo termine è stato recentemente definito, nell’ombrello straordinario dell’arcobaleno, come “variazioni delle caratteristiche del sesso” (“Variations of Sex Characteristics”, VSC).
Naturalmente il suo genere e la sua natura non sono, né devono essere, un problema per nessunə, eppure lo sono stati poiché, per alcune persone ciò è stato monito di scherno e di discriminazione sostenendo che, per caratteristiche fisiche e di genere, l’equità competitiva non vi esisteva, sottolineando che l3 atlet3 intersex – o anche transgender – possano persino avere un vantaggio ingiusto e che bisognerebbe creare una categoria a sé.
Barriere quindi, separazioni costanti e anche disinformazione poiché tutto quel che non è conosciuto viene distorto, confuso e comunicato in modo da alimentare rabbia e sgomento, issando le folle al fine di rivendicare una realtà inesistente e irreale in cui si ha timore dell’unicità e della straordinarietà del genere umano.
Tutto si traduce in paura dell’altrə, rabbia e soprattutto separazione.
Ecco perché è necessario incitare all’informazione: per non permettere alle parole, che hanno un peso, in questo caso molto grave, di alimentare l’emarginazione sociale e la gogna mediatica per propri interessi personali.
Allora oggi parliamo di Imane Khelif per narrare della sua straordinarietà, di come da giovanissima è riuscita a modella la propria carriera sportiva che, nonostante il contesto in cui le opportunità per le donne nello sport erano limitate, ha dimostrato una determinazione unica, gareggiando in competizioni nazionali e internazionali, ottenendo numerosi riconoscimenti al fine di divenire una figura di riferimento per molt3 giovani atlet3, rendendosi il meraviglioso match tra impegno e bravura e costellando il suo percorso di soddisfazioni e anche di straordinari riconoscenti come la medaglie d’oro nella categoria sotto i 63 kg ai Giochi del Mediterraneo di Orano e ai Campionati africani dilettanti di pugilato del 2022 a Maputo.
Tuttavia, il suo cammino non è stato privo di ostacoli, poiché durante i Mondiali del marzo 2023, è stata coinvolta in una controversia che ha portato alla sua squalifica dalla competizione. Questo evento doloroso, basato su test che avrebbero rivelato livelli eccessivi di testosterone e la presenza di cromosomi maschili nel suo DNA, ha scosso profondamente la sua carriera ma la giovane campionessa ha mostrato una straordinaria forza d’animo, mente e cuore e la sua reazione alla squalifica ha evidenziato la sua volontà di continuare a lottare per il suo sogno, la sua idea di Soaltà e per il diritto di competere come donna.
Io e noi vogli(iam)o esprimere profonda ammirazione nei confronti di questa Voce, di questo corpo che anche stavolta ha dimostrato di Esistere e di farlo con orgoglio.
Oltre le definizioni.
Oltre le etichette.
Oltre il body shaming.
Oltre i (pre)giudizi, affermandosi al fine di valorizzare i diritti di tutt3 e la dignità UMANA.
Scritto da: Luana Cotena (Luanne Alare) e Pamela Tomarchio